La famiglia Mondial è da oggi un po’ più sola: ieri ci ha lasciati Carlin Ubbiali, che vinse il primo dei suoi nove titoli iridati proprio in sella a uno dei bolidi del conte Boselli.
Icona non solo della Mondial, ma del motociclismo degli Anni Cinquanta, Ubbiali, per la sua astuzia soprannominato la Volpe, rappresentò l’archetipo del pilota dell’epoca, modesto nella vita privata invece determinato e grintoso in pista.
Era un vero campione capace di vincere nove titoli Mondiali, sei nella 125 e tre nella 250, ma anche otto Campionati italiani; solo Giacomo Agostini e lo spagnolo Angel Nieto hanno vinto più titoli di lui nel Motomondiale e successivamente lo hanno equiparato leggende come Mike Hailwood e Valentino Rossi. Ubbiali ha sempre concluso il Mondiale 125 nelle prime tre posizioni, dal 1950 al 1960 compreso.
Il suo primo titolo iridato fu con la Mondial che Ubbiali portò, nel 1951, a chiudere un triennio che definire eccezionale è riduttivo; la Mondial vinse infatti il Mondiale conduttori classe 125 nel 1949 con Nello Pagani, nel 1950 con Bruno Ruffo e nel 1951, come dicevamo, la tripletta si chiuse con la vittoria di Carlo Ubbiali. I Campionati del 1950 e del 1952 videro il racer bergamasco concludere l’anno al secondo posto, sempre in sella di una fidata Mondial!
Cesare Galli, Piero Boselli e l’intera dirigenza del marchio F.B Mondial sono vicini alla famiglia Ubbiali e tengono a sottolineare l’importanza che il pilota ha avuto nella storia di questa Casa italiana che tanto ha dato al motociclismo internazionale. L’ultima apparizione pubblica di “Carlin” fu proprio per la F.B Mondial nel luglio 2019 in occasione del lancio della F.B Mondial Sport Classic tenutosi alla Motosplash di Milano dove, assieme ad altri personaggi quali Emiliano Ostorero, Giorgio Pagani (figlio di Nello Pagani), Aldo Tonelli e Stefano Bonetti, ha raccontato con passione delle sue imprese motociclistiche dei primi Anni Cinquanta.
Ubbiali si ritirò dalle corse a soli trent’anni mentre era ancora Campione in Carica e per i successivi sessanta è sopravvissuto al suo stesso Mito di Cavaliere Imbattuto. Ora la Mondial e l’intero mondo delle corse lo ricorderanno per sempre come uno dei più grandi piloti di tutti i tempi in grado di sfrecciare con la sua Mondial più veloce di chiunque altro al mondo. Era talmente timido fuori dalla pista, che all’apice del successo entrava al cinema a luci spente per non farsi riconoscere, ma la grinta che metteva in gara, alla domanda di come fosse diventato campione, lo faceva rispondere con tono assai deciso: “Bisogna mangiare moto!”.